Lo Stato Islamico o “Isis”, come viene più comunemente chiamato, è un gruppo terroristico di recente formazione, attivo principalmente nei territori della Siria e dell’Iraq. Negli ultimi mesi si è fatto conoscere a livello internazionale per la brutalità delle sue operazioni e per la peculiarità dei suoi obiettivi. Scopriamoli insieme.

Nonostante il nome “Isis” possa suonare nuovo alle orecchie di molte persone, la formazione di questo gruppo terroristico risale all’anno 2000. Prima di fondare lo Stato Islamico, molti membri dell’Isis appartenevano ad un’altra organizzazione ben più nota in quegli anni: Al-Qaida, il gruppo guidato da Osama Bin Laden. Entrambi condividevano il precetto della jihad, interpretandolo in chiave estremista come “guerra santa” contro gli infedeli. I membri dell’attuale “Isis”, però, furono considerati troppo radicali persino da Bin Laden. Basti pensare che tra i loro obiettivi principali vi era (e vi è ancora oggi) lo sterminio degli Sciiti, una minoranza islamica, quando Al-Qaida intendeva invece limitarsi alla loro conversione.
Nel corso degli anni successivi, l’Isis è cresciuta di potere soprattutto grazie a due grossi avvenimenti: l’abbandono dell’Iraq da parte delle truppe americane e la recente guerra civile in Siria. Utilizzando quest’ultima come copertura, molte moschee e cittadini privati hanno finanziato l’organizzazione, dandole nuova linfa vitale.

L’obiettivo principale dell’Isis è quello di formare un vero e proprio stato che comprenda le terre dell’Iraq, della Siria, della Giordania, del Libano e di Israele. Inoltre, cova l’intenzione di espandere il proprio potere anche sui territori europei, compresa Roma, capitale della cristianità.
Tale impero sarebbe governato da un califfo secondo i precetti dell’Islam salafita: una reinterpretazione radicale, tradizionalista e fortemente anti-occidentale del Corano.
Il 29 giugno di questo stesso anno, l’organizzazione ha emanato una dichiarazione di restaurazione del califfato, dopo la quale ha preteso di essere chiamata semplicemente “IS”: “Stato Islamico”. L’attuale califfo è Abu Bakr al-Baghdadi al Quraishi (o più semplicemente al-Baghdadi), uno dei maggiori esperti al mondo di diritto islamico.
Insieme all’intenzione di restaurare un califfato, l’Isis ha mostrato anche grande ostilità nei confronti di numerose popolazioni, se non addirittura una precisa volontà di sterminio: essi considerano gli Sciiti il loro nemico principale e interpretano la loro dottrina come un’eresia da sradicare. Inoltre, vedono anche nei dittatori medio-orientali un “nemico vicino”, e nei paesi occidentali un “nemico lontano”, rispettivamente meno prioritari delle minoranze islamiche.
Le ragioni per cui lo Stato Islamico è considerato un pericolo sono anche le risorse di cui dispone, insieme alle sue intenzioni: attualmente esso conta più di 50.000 unità fra volontari musulmani e combattenti stranieri provenienti da tutto il mondo. Ha fatto scalpore la notizia che alcuni di essi arrivassero anche dall’Europa e dagli Stati Uniti. Possiede inoltre un tesoro che ammonterebbe a più di 2 miliardi di euro, nonché il favore di numerosi finanziatori fra i paesi del golfo persico. Ciò lo rende il gruppo Jihadista più ricco al mondo. Tale fortuna gli deriva principalmente dal controllo di numerosi pozzi petroliferi nella zona, ma anche dal quasi totale monopolio dell’agricoltura locale e di diversi altri mercati; inoltre essi praticano regolarmente numerose attività illecite, fra le quali l’estorsione, il rapimento di ostaggi e rapine.

L’Isis è salito agli onori delle cronache durante la scorsa estate, quando ha iniziato a conquistare diverse città tra la Siria e l’Iraq. Ogni volta che è riuscito a mettere le mani su un territorio, ha imposto la scelta alla popolazione non islamica tra la conversione e l’esilio. Molte minoranze, come gli yazidi, sono state costrette a lasciare tutto per fuggire. L’Isis si è reso responsabile anche di molte uccisioni di massa. Gruppi di donne sono state rapite per essere poi rivendute come schiave.
Le reiterate violazioni dei diritti umani, i continui attacchi militari alle regioni circostanti e le costanti minacce all’Occidente lo hanno costretto a prendere una posizione. Il presidente Obama ha voluto creare una coalizione di 40 stati per lottare contro l’Isis. Inizialmente, questi si sono limitati a portare aiuti umanitari alle popolazioni assediate, in seguito alcuni (fra cui l’Italia) hanno fornito delle armi ai peshmerga, i combattenti curdi che cercano di difendersi. Infine altri paesi come gli Stati Uniti e l’Inghilterra hanno cominciato a fornire supporto ai peshmerga attraverso dei bombardamenti aerei. Per convincerli a desistere, i miliziani dello Stato Islamico hanno decapitato alcuni giornalisti e operatori umanitari precedentemente rapiti.

In conclusione, lo sviluppo di questa organizzazione ha causato un’ulteriore destabilizzazione del vicino oriente, che sembra destinato a vivere ancora altri anni di incertezza; per adesso lo Stato Islamico non sembra costituire una minaccia diretta per i paesi occidentali e, nonostante le palesi violazioni di diritti umani compiute, è difficile intervenire direttamente contro di esso senza contrariare l’opinione pubblica e turbare gli equilibri economici.

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