Da alcuni anni, se chiedete alle persone quali sono i principali problemi del Paese, molte vi menzionano l’immigrazione. Pensano infatti che gli immigrati ci rubino il lavoro, delinquano e prendano più sussidi sociali degli italiani. Molti di questi luoghi comuni sono però infondati e, in generale, su questo tema c’è molta confusione. Vediamo allora di fare un po’ di chiarezza.

Secondo l’Istat, ad oggi in Italia risiedono 4,9 milioni di stranieri, a cui vanno aggiunti circa 500 mila irregolari. Insieme corrispondono al 9% della popolazione italiana. Altri paesi europei hanno valori più alti: tra questi la Spagna, il Regno Unito e la Germania.
Ciò che però ha alimentato una percezione ancora maggiore della diffusione di questo fenomeno è la fortissima crescita che ha avuto di recente nel nostro paese. Negli ultimi 15 anni, il numero di cittadini stranieri presenti in Italia è più che quadruplicato e, anche durante la crisi economica, ha continuato ad aumentare a livelli vertiginosi.
Le nazionalità più presenti sono i rumeni per il 21%, gli albanesi per l’11% e i marocchini per il 10%.
I lavori svolti dagli stranieri sono molto umili: le donne si occupano principalmente di servizi domestici e alla persona, mentre gli uomini sono inseriti nel settore edile e nella ristorazione. Va segnalato poi il fenomeno del caporalato nelle campagne, dove molti clandestini vengono sfruttati nella raccolta stagionale della frutta con salari da fame.
Di tutti gli immigrati presenti nel nostro paese, solo 670 mila sono riusciti ad ottenere la cittadinanza. Ciò si deve ai requisiti necessari per ottenerla, che risultano molto ferrei: vengono chiesti 10 anni di residenza ininterrotta, il possesso del permesso di soggiorno e delle garanzie economiche.

Sebbene la maggior parte degli immigrati presenti sul nostro territorio sia giunta via terra, spesso con un visto turistico, negli ultimi anni sono aumentati gli arrivi per mare. Questo è dovuto principalmente ai recenti sconvolgimenti politici in Nord Africa, che hanno fatto allentare i controlli sulle partenze.
Quando i barconi della speranza arrivano sulle coste italiane, le persone a bordo vengono portate nei centri di primo soccorso, dove ricevono le prime cure mediche. Poi, vengono smistate in altri centri: in quelli di accoglienza, per i richiedenti asilo, e in quelli di identificazione ed espulsione, per chi deve essere espatriato. Le cronache hanno mostrato come le condizioni di questi centri siano spesso fatiscenti. Da questi luoghi, in cui gli immigrati sono rinchiusi come in carcere, molti riescono a fuggire, per raggiungere gli altri paesi europei dove richiedono l’asilo politico. Infatti, se lo chiedessero in Italia, poi sarebbero costretti, a causa delle leggi europee, a rimanere nel nostro paese e non potrebbero ricongiungersi con i propri parenti negli altri stati. Per quanto riguarda i rimpatri, tra il 1998 e il 2012, delle 170 mila persone che dovevano essere riportate nei loro paesi d’origine, solo la metà è stata effettivamente espulsa.

Al fine di bloccare i flussi, alcuni anni fa il nostro paese ha stipulato un accordo con la Libia di Gheddafi, che prevedeva la fornitura di imbarcazioni equipaggiate per bloccare quelle degli scafisti. Gli immigrati che riuscivano comunque a partire e a giungere sulle nostre coste venivano poi riportati in Libia. In seguito, però, l’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per questa pratica in quanto, oltre a non consentire ai migranti di chiedere asilo, li consegnava ad un regime dittatoriale che li rinchiudeva e li seviziava, quando non li lasciava morire di stenti nel deserto (come riportato da alcune inchieste giornalistiche).
Successivamente, il nostro paese ha cambiato totalmente rotta e ha avviato il programma “Mare Nostrum”. Questa iniziativa prevede il dispiegamento di mezzi aerei e marittimi nel Mar Mediterraneo per soccorrere le imbarcazioni di immigrati che si trovano in difficoltà e scongiurare la carneficina che è avvenuta in questi anni: si stima che, tra il 2000 e il 2013, siano morte più di 23 mila persone cercando di raggiungere l’Europa via terra o via mare.
Con l’entrata in vigore del programma europeo Triton lo scorso primo novembre, il governo italiano ha affermato di voler concludere Mare Nostrum, anche se la Commissione europea ha avvertito che Triton non sarà in grado di sostituire completamente il programma italiano.

Ora passaremo in rassegna alcune affermazioni che si sentono spesso fare sugli immigrati per verificarne la veridicità.

“Ci portano via il lavoro”
Dal punto di vista economico, questa affermazione non ha senso. Perché, se è vero che gli immigrati occupano posti di lavoro, allo stesso tempo ne creano altrettanti. Infatti essi, non solo lavorano, ma consumano anche (cibi, vestiti, prodotti in genere), quindi fanno aumentare la domanda e pertanto la necessità di assumere nuovi lavoratori. Se ciò non bastasse, il fatto che la presenza degli immigrati non si traduce in minori opportunità per gli italiani è confermato dai dati della Banca d’Italia.

“Prendono 40 euro al giorno e stanno in hotel”
I soldi spesi quotidianamente dallo stato italiano per gli immigrati nei centri d’accoglienza sono in realtà 35, come media nazionale. Ma di questi solo 2 euro e mezzo vengono consegnati ai migranti per le loro necessità personali. Il resto serve per pagare le strutture che li ospitano, in attesa che vengano vagliate le loro domande d’asilo. È accaduto che, in mancanza di altri posti, gli immigrati venissero messi in alberghi, ma questi sono stati soltanto casi isolati. Come abbiamo detto, il più delle volte i centri che li accolgono sono molto miseri.

“Commettono reati”
Questa affermazione ha un fondo di verità dal momento che, tra la popolazione carceraria, un terzo è di cittadinanza straniera, anche se è reclusa principalmente per reati legati allo sfruttamento della prostituzione e alla droga. Va poi detto che, nonostante la crescita straordinaria dell’immigrazione negli ultimi tempi, il numero di reati è rimasto sostanzialmente uguale a com’era vent’anni fa. Ricordiamo infine che la stragrande maggioranza degli immigrati è estranea ai fenomeni criminali, come lo è la stragrande maggioranza degli italiani.

“Gli danno tutte le case popolari”
Nei criteri per l’assegnazione delle case popolari, naturalmente non compare la nazionalità. Ciò che conta sono il reddito, il numero di componenti della famiglia se superiore a 5, l’età ed eventuali disabilità. Inoltre, i dati confermano che le graduatorie proporzionalmente premiano gli italiani.

“Prendono la maggior parte dei sussidi statali”
Questa asserzione è l’esatto contrario della realtà: infatti, i dati mostrano come le tasse pagate dagli immigrati sono più di quanto essi ricevono indietro in servizi e sussidi. Questo avviene perché, fra gli immigrati, è più alta la percentuale di chi lavora e l’età media è più bassa. Inoltre, dal momento che essi sono più giovani, i loro contributi pensionistici permettono di pagare le pensioni agli italiani.

“Portano le epidemie, come l’ebola”
Per quanto riguarda l’ebola, è praticamente impossibile che i migranti che giungono via mare ne siano affetti, dato che il tempo di incubazione è molto inferiore a quello che essi impiegano per arrivare in Italia dai paesi del centro dell’Africa. Potrebbero però essere portatori di altre malattie epidemiche, che comunque verrebbero riscontrate nelle visite mediche praticate appena dopo lo sbarco.

Insomma, la questione dell’immigrazione non è affatto semplice. Se da una parte molte forze politiche ci speculano sopra per ottenere consensi a man bassa, senza peraltro proporre soluzioni concrete e attuabili; dall’altra non è possibile nascondere i problemi che gli elevati flussi migratori degli ultimi tempi sollevano.

Leggi l’articolo di approfondimento.

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